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Uscire dalla disciplina
4 partecipanti
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Uscire dalla disciplina
Cari amici del forum, è da tempo che rifletto sull'aspetto della disciplina e della "scuola", intesa come imposizione di regole e postulati che senz'altro sono indispensabili per recepire lo spirito di ogni cosa.
Attraverso i canoni dettati da studi che vengono tramandati da migliaia di anni, siamo instradati su un percorso che ci porta a ripetere le forme canoniche sotto la duplice finalità di rievocare gli stili che la natura tende ad imporre nelle varie casistiche (eretto formale, ventoso, prostrato ecc.), ma anche sotto la spinta a far propri quei canoni strettamente orientali (boschetti in numero dispari, preciso e ossessivo posizionamento dei rami nell'eretto formale ecc. ecc) in vista del raggiungimento di quelle finalità artistiche che non sono proprie della nostra cultura occidentale, ma che a volte affondano le loro radici nella storia e nella filosofia di quei lontani popoli.
Voglio sottolineare che sono comunque affascinato anche io dalle discipline e dalle filosofie orientali, avendone avuto contatto (pur senza essere affatto esperto in materia) anche da molto giovane. Il mio desiderio è quello di imparare tutto quello che mi riuscirà di imparare dell'arte e della tecnica, considerandola per ciò che è e per ciò che rappresenta: il risultato di una storia millenaria che racchiude il lavoro, i pensieri, le immagini ed il misticismo religioso e pagano nelle sue espressioni più evocative dei popoli orientali.
Avendo appena percepito quanto sopra, ho poi conosciuto l'evoluzione occidentale di questi insegnamenti, e visto da vicino le opere di maestri che con le loro tecniche sorprendenti, sanno andare ancora più in la, verso una strada più vicina alle nostre culture.
Ne riporto un'idea del bonsai come vera arte, gestita nel rispetto della natura, in armonia con la pianta, ma il cui lato più esaltante non può che essere l'estro del maestro, del quale, come mi ha detto un anziano del Club, alla vista di una pianta, si riconosce inequivocabilmente la mano.
In base a queste considerazioni, rilevo poi che gli insegnamenti di arte bonsai, possono essere distinti in insegnamenti di tecnica ed insegnamenti relativi alla forma da dare a queste piante, e, nell'ambito di questi ultimi vorrei distinguere ancora, tra le tecniche tendenti a conferire una forma che renda credibile la pianta quale albero-nano e la forma che, invece evoca le filosofie "triangolari" orientali.
In seguito a queste considerazioni, mi è venuta voglia di fare degli esperimenti un po ispirati alla concezione cinese, ma privando la stessa di quelle forme irreali alle quali a volte si ispira.
Vorrei provare ad allevare qualche alberello in miniatura, senza lasciarmi influenzare dagli stili, ma limitandomi ad usare le tecniche di miniaturizzazione e lasciando che sia la natura a scegliere la forma triangolare, o rotonda o come vuole che sia.
Cosa ne pensate?
Qualcuno di voi ha già fatto qualcosa di simile?
A proposito, quasi dimenticavo.
Una domanda forse un po provocatoria: secondo voi, per aggiudicarsi il premio di una mostra cosa conta di più, l'esperienza nel lavorare la pianta oppure l'esperienza nel saper scegliere un buon materiale di partenza (e pagarlo bene)?
Attraverso i canoni dettati da studi che vengono tramandati da migliaia di anni, siamo instradati su un percorso che ci porta a ripetere le forme canoniche sotto la duplice finalità di rievocare gli stili che la natura tende ad imporre nelle varie casistiche (eretto formale, ventoso, prostrato ecc.), ma anche sotto la spinta a far propri quei canoni strettamente orientali (boschetti in numero dispari, preciso e ossessivo posizionamento dei rami nell'eretto formale ecc. ecc) in vista del raggiungimento di quelle finalità artistiche che non sono proprie della nostra cultura occidentale, ma che a volte affondano le loro radici nella storia e nella filosofia di quei lontani popoli.
Voglio sottolineare che sono comunque affascinato anche io dalle discipline e dalle filosofie orientali, avendone avuto contatto (pur senza essere affatto esperto in materia) anche da molto giovane. Il mio desiderio è quello di imparare tutto quello che mi riuscirà di imparare dell'arte e della tecnica, considerandola per ciò che è e per ciò che rappresenta: il risultato di una storia millenaria che racchiude il lavoro, i pensieri, le immagini ed il misticismo religioso e pagano nelle sue espressioni più evocative dei popoli orientali.
Avendo appena percepito quanto sopra, ho poi conosciuto l'evoluzione occidentale di questi insegnamenti, e visto da vicino le opere di maestri che con le loro tecniche sorprendenti, sanno andare ancora più in la, verso una strada più vicina alle nostre culture.
Ne riporto un'idea del bonsai come vera arte, gestita nel rispetto della natura, in armonia con la pianta, ma il cui lato più esaltante non può che essere l'estro del maestro, del quale, come mi ha detto un anziano del Club, alla vista di una pianta, si riconosce inequivocabilmente la mano.
In base a queste considerazioni, rilevo poi che gli insegnamenti di arte bonsai, possono essere distinti in insegnamenti di tecnica ed insegnamenti relativi alla forma da dare a queste piante, e, nell'ambito di questi ultimi vorrei distinguere ancora, tra le tecniche tendenti a conferire una forma che renda credibile la pianta quale albero-nano e la forma che, invece evoca le filosofie "triangolari" orientali.
In seguito a queste considerazioni, mi è venuta voglia di fare degli esperimenti un po ispirati alla concezione cinese, ma privando la stessa di quelle forme irreali alle quali a volte si ispira.
Vorrei provare ad allevare qualche alberello in miniatura, senza lasciarmi influenzare dagli stili, ma limitandomi ad usare le tecniche di miniaturizzazione e lasciando che sia la natura a scegliere la forma triangolare, o rotonda o come vuole che sia.
Cosa ne pensate?
Qualcuno di voi ha già fatto qualcosa di simile?
A proposito, quasi dimenticavo.
Una domanda forse un po provocatoria: secondo voi, per aggiudicarsi il premio di una mostra cosa conta di più, l'esperienza nel lavorare la pianta oppure l'esperienza nel saper scegliere un buon materiale di partenza (e pagarlo bene)?
Shrek- Bonsaista Mame
- Messaggi : 32
Località : Cerveteri
Re: Uscire dalla disciplina
Shrek ha scritto:
Vorrei provare ad allevare qualche alberello in miniatura, senza lasciarmi influenzare dagli stili, ma limitandomi ad usare le tecniche di miniaturizzazione e lasciando che sia la natura a scegliere la forma triangolare, o rotonda o come vuole che sia.
Cosa ne pensate?
Qualcuno di voi ha già fatto qualcosa di simile?
Provo a risponderti .Uno dei metodi per ottenere una buona miniaturizzazione , specialmente nelle caducifoglie , è quella di riuscire ad avere un gran numero di rami in uno spazio ristretto , una ramificazione molto fitta . A quel punto avrai sicuramente foglie piccole . In questo modo già hai impedito alla natura di scegliere la forma per la pianta in oggetto .
In ogni arte si imparano prima le tecniche tradizionali ,e solo dopo avere una padronanza di queste il vero artista riesce ad uscire fuori dagli schemi creando una canzone, un quadro , una pianta che riesca a deliziare chi ne viene in contatto pur essendo fuori dagli schemi .
Massimiliano La Mattina- Moderatore
- Messaggi : 668
Località : Roma , Ostia Lido
Re: Uscire dalla disciplina
Forse non mi sono spiegato bene. Io non volevo dar sfogo ad una migliore arte. Volevo soltanto dire che, volando molto più basso di quanto può fare un maestro, e non avendo doti artistiche innate, pur seguendo la strada che la scuola suggerisce, vorrei provare, anzi certamente lo farò, a miniaturizzare un albero (forse anche più di uno) cercando di seguire i canoni, non della scuola, ma quelli che la pianta stessa sembra suggerire spontaneamente.
Dovrebbe uscirne un qualcosa che non ha nulla dell'arte, ma molto della natura.
Ciò detto faccio rinvio a quello che sostiene Massimiliano che condivido pianamente, e spero di riuscire, con il tempo, non a diventare un maestro, cosa che non sarà mai perchè so di non possedere le qualità di un artista, ma almeno a fare un tratto di strada insieme a voi che, credo, possediate molte qualità ed esperienza da carpire.
Anzi, sento il dovere di ringraziare tutti voi per la disponibilità e per il disinteressato impegno che sempre avete profuso e di cui ho spesso beneficiato.
Dovrebbe uscirne un qualcosa che non ha nulla dell'arte, ma molto della natura.
Ciò detto faccio rinvio a quello che sostiene Massimiliano che condivido pianamente, e spero di riuscire, con il tempo, non a diventare un maestro, cosa che non sarà mai perchè so di non possedere le qualità di un artista, ma almeno a fare un tratto di strada insieme a voi che, credo, possediate molte qualità ed esperienza da carpire.
Anzi, sento il dovere di ringraziare tutti voi per la disponibilità e per il disinteressato impegno che sempre avete profuso e di cui ho spesso beneficiato.
Shrek- Bonsaista Mame
- Messaggi : 32
Località : Cerveteri
Re: Uscire dalla disciplina
La discussione è molto interessante , me n'è venuta un'altra in mente sul bonsai che mi frulla da qualche anno e spero di tirar fuori presto .
Hai un idea di come miniaturizzare la pianta seguendo la tua idea ?
Normalmente l'interpretazione di un "materiale" (termine che a me non piace molto) da parte del bonsaista dovrebbe essere improntata sul suggerimento che la pianta offre dandoci la soluzione , che non è la stessa per tutti. Quello che tu vorresti intraprendere già dovrebbe essere fatto , come del resto riuscire ad ottenere qualcosa che sia una rappresentazione della natura , anche se forse qui in Italia , ( c'è una bellissima intervista di walter pall in merito)
tanti bonsaisti estremizzano molto la forma lasciando meno spazio alla realtà . Questo secondo me dovuto al bisogno di ottenere risultati in tempi brevi , quindi estro a scapito di mochikomi .
Hai un idea di come miniaturizzare la pianta seguendo la tua idea ?
Normalmente l'interpretazione di un "materiale" (termine che a me non piace molto) da parte del bonsaista dovrebbe essere improntata sul suggerimento che la pianta offre dandoci la soluzione , che non è la stessa per tutti. Quello che tu vorresti intraprendere già dovrebbe essere fatto , come del resto riuscire ad ottenere qualcosa che sia una rappresentazione della natura , anche se forse qui in Italia , ( c'è una bellissima intervista di walter pall in merito)
tanti bonsaisti estremizzano molto la forma lasciando meno spazio alla realtà . Questo secondo me dovuto al bisogno di ottenere risultati in tempi brevi , quindi estro a scapito di mochikomi .
Massimiliano La Mattina- Moderatore
- Messaggi : 668
Località : Roma , Ostia Lido
Re: Uscire dalla disciplina
Facciamo un esempio.
Ho una piantina in formazione il cui tronco spontaneamente produce un germoglio dal quale devo decidere se far crescere un ramo.
Stando alla scuola dovrei domandarmi se quel futuro ramo può essere utilizzato per ricavare il progetto che si ispiri agli stili scolastici (magari con delle varianti artistiche se siamo maestri).
Io invece vorrei limitarmi a decidere se un ramo in quel punto rende credibile la futura pianta quale "albero vecchio in miniatura" tralasciando ogni altra considerazione sugli stili.
Solo questa differenza, che, però, secondo me è notevole, rispetto agli insegnamenti tradizionali ed anche rispetto a quelli moderni.
Ho una piantina in formazione il cui tronco spontaneamente produce un germoglio dal quale devo decidere se far crescere un ramo.
Stando alla scuola dovrei domandarmi se quel futuro ramo può essere utilizzato per ricavare il progetto che si ispiri agli stili scolastici (magari con delle varianti artistiche se siamo maestri).
Io invece vorrei limitarmi a decidere se un ramo in quel punto rende credibile la futura pianta quale "albero vecchio in miniatura" tralasciando ogni altra considerazione sugli stili.
Solo questa differenza, che, però, secondo me è notevole, rispetto agli insegnamenti tradizionali ed anche rispetto a quelli moderni.
Shrek- Bonsaista Mame
- Messaggi : 32
Località : Cerveteri
Re: Uscire dalla disciplina
Sicuramente da approfondire questa interessante discussione, ma così a caldo rispondo due righe.
Shrek, per me non stai dicendo nulla di strano, anzi, io ho passato un periodo in cui trovavo più difficile capire le tecniche di coltivazione ed ho pensato di fare una cosa simile a quella che proponi tu.
Sono convinta che molti bonsaisti nel loro percorso hanno avuto i nostri stessi pensieri, anzi alcuni personaggi propongono piante con lavorazioni molto naturali anche nelle mostre.
Però sto cominciando a pensare che in un prebonsai, c'è insito già il bonsai finito e che con quella forma potrà vivere decine di anni senza ammalarsi o perdere rami o altro.
E' il riuscire a vederlo la cosa difficile che devo imparare.
Magari lasciar crescere un ramo in un determinato punto non in armonia con tutto il bonsai può togliere la forza a tutta la pianta.
Sono frasi scritte di getto, come ho già detto!
Shrek, per me non stai dicendo nulla di strano, anzi, io ho passato un periodo in cui trovavo più difficile capire le tecniche di coltivazione ed ho pensato di fare una cosa simile a quella che proponi tu.
Sono convinta che molti bonsaisti nel loro percorso hanno avuto i nostri stessi pensieri, anzi alcuni personaggi propongono piante con lavorazioni molto naturali anche nelle mostre.
Però sto cominciando a pensare che in un prebonsai, c'è insito già il bonsai finito e che con quella forma potrà vivere decine di anni senza ammalarsi o perdere rami o altro.
E' il riuscire a vederlo la cosa difficile che devo imparare.
Magari lasciar crescere un ramo in un determinato punto non in armonia con tutto il bonsai può togliere la forza a tutta la pianta.
Sono frasi scritte di getto, come ho già detto!
Laura-iki- Moderatore
- Messaggi : 357
Località : Roma - Terni
Re: Uscire dalla disciplina
diciamo che anch'io sono + un "naturalista", cioè lascio alla natura il compito di guidarmi; intendiamoci apprezzo molto quelle che sono le creazioni seguendo le logiche bonsaistiche ma anche aperto alla casualità della natura!
petrek- Bonsaista Shoin
- Messaggi : 255
Località : pescara
Re: Uscire dalla disciplina
Grazie per aver espresso il vostro parere sulle argomentazioni di uno che come me, evidentemente non ne sa nulla ma vuol dire la sua lo stesso. Chiedo scusa a tutti se questo approccio può risultare fastidioso, ma è il mio (innocuo) modo di fare dovuto alla curiosità verso cose poco conosciute per le quali nutro interesse.
Di solito queste "idee" poi svaniscono da sole man mano che si capisce di più, e forse altri avrebbero evitato di esprimere quello che pensano, per un (secondo me) eccessivo rispetto verso l'esperienza dei maestri che scrivono su questo forum. Ecco perchè voglio ripetere e chiarire che non è assolutamente mia intenzione, recare offesa ai canoni artistici che vengono qui tramandati, verso i quali provo grande interesse e che spero di riuscire a comprendere e ad imparare.
Tengo però a dire che sono colpito dalla diversità di approccio che già si avverte tra alcuni maestri del club, perchè tali diversità stimolano la mia curiosità finalizzata a comprendere (o a tentare di comprendere), alla fine, cosa voglio fare io stesso di questa pratica bonsai.
Queste diversità, sono poi nulla se paragonate ad alcune interessanti chiacchierate che ho avuto il piacere di fare con il Signor Ace, il quale, nella sua umiltà, non si definisce nemmeno Maestro. Questo deve essere il frutto della famosa massima che (più o meno) dice che, più sappiamo e più sappiamo di non sapere.
Ma lungi da me l'intenzione di voler fare una graduatoria di sapienza, ho notato che i canoni artistici di Ace sono meno "tecnici", ma non certo di livello inferiore rispetto ad altri.
Insomma, alla fine, le mie sono semplici e contorte riflessioni che evidentemente poco interessano chi è molto più avanti ed ha già superato da tempo certi interrogativi semplici e banali.
Spero però che qualcuno voglia rispondere alla mia domanda che, provocatoriamente ripropongo:
Quanto in un bonsai artistico di alto livello è frutto della buona scelta (e del valore in denaro) del materiale di partenza, e quindi anche dell'occhio esperto nel saper scegliere, e quanto delle doti artistiche? E di quelle tecniche?
Di solito queste "idee" poi svaniscono da sole man mano che si capisce di più, e forse altri avrebbero evitato di esprimere quello che pensano, per un (secondo me) eccessivo rispetto verso l'esperienza dei maestri che scrivono su questo forum. Ecco perchè voglio ripetere e chiarire che non è assolutamente mia intenzione, recare offesa ai canoni artistici che vengono qui tramandati, verso i quali provo grande interesse e che spero di riuscire a comprendere e ad imparare.
Tengo però a dire che sono colpito dalla diversità di approccio che già si avverte tra alcuni maestri del club, perchè tali diversità stimolano la mia curiosità finalizzata a comprendere (o a tentare di comprendere), alla fine, cosa voglio fare io stesso di questa pratica bonsai.
Queste diversità, sono poi nulla se paragonate ad alcune interessanti chiacchierate che ho avuto il piacere di fare con il Signor Ace, il quale, nella sua umiltà, non si definisce nemmeno Maestro. Questo deve essere il frutto della famosa massima che (più o meno) dice che, più sappiamo e più sappiamo di non sapere.
Ma lungi da me l'intenzione di voler fare una graduatoria di sapienza, ho notato che i canoni artistici di Ace sono meno "tecnici", ma non certo di livello inferiore rispetto ad altri.
Insomma, alla fine, le mie sono semplici e contorte riflessioni che evidentemente poco interessano chi è molto più avanti ed ha già superato da tempo certi interrogativi semplici e banali.
Spero però che qualcuno voglia rispondere alla mia domanda che, provocatoriamente ripropongo:
Quanto in un bonsai artistico di alto livello è frutto della buona scelta (e del valore in denaro) del materiale di partenza, e quindi anche dell'occhio esperto nel saper scegliere, e quanto delle doti artistiche? E di quelle tecniche?
Shrek- Bonsaista Mame
- Messaggi : 32
Località : Cerveteri
Re: Uscire dalla disciplina
io non ho l'occhio del maestro, mi limito ad un semplicistico: mi piace, non mi piace!!
petrek- Bonsaista Shoin
- Messaggi : 255
Località : pescara
Re: Uscire dalla disciplina
Provo a risponderti anche se secondo me tu già la conosci questa risposta non vorrei sembrare banale.
Normalmente in una mostra viene premiata la pianta , non il proprietario oppure chi l'ha resa bonsai.
quello che conta è il risultato. In linea di massima , una pianta raccolta in natura possiede delle doti naturali e uniche che unite ad una buona dose artistica e tecnica, fanno si che questa sia più interessante piuttosto di un'altra lavorata bene ma con caratteristiche meno intriganti . Se tu prendi il mio post sull'erica , pianta ancora tutta da modellare , potrai notare delle caratteristiche nel tronco che fanno si che io debba lavorare qualche anno sulla chioma per ottenere un bonsai interessante . Se io parto da talea , con la stessa pianta , quali tecniche ma soprattutto quanti decenni ci vogliono per ottenere quelle curve e quel secco in dimensioni così ridotte?
Questo non vieta , anzi , di provare differenti percorsi , anche partendo da seme .
Spero che la mia risposta sia stata attinente al tuo quesito . Per quanto riguarda i soldi e la vincita di premi io la vedo così :
Se sei un grande artista , con un materiale di poco valore riesci a far vedere "la tua mano" ma la pianta non verrà premiata ma verrà premiato il tuo lavoro. Se il materiale è favoloso e tu hai una buona tecnica ed una dose artistica sufficiente la pianta verrà premiata . Dalla prima pianta è stato tirato il massimo , dalla seconda il minimo
Normalmente in una mostra viene premiata la pianta , non il proprietario oppure chi l'ha resa bonsai.
quello che conta è il risultato. In linea di massima , una pianta raccolta in natura possiede delle doti naturali e uniche che unite ad una buona dose artistica e tecnica, fanno si che questa sia più interessante piuttosto di un'altra lavorata bene ma con caratteristiche meno intriganti . Se tu prendi il mio post sull'erica , pianta ancora tutta da modellare , potrai notare delle caratteristiche nel tronco che fanno si che io debba lavorare qualche anno sulla chioma per ottenere un bonsai interessante . Se io parto da talea , con la stessa pianta , quali tecniche ma soprattutto quanti decenni ci vogliono per ottenere quelle curve e quel secco in dimensioni così ridotte?
Questo non vieta , anzi , di provare differenti percorsi , anche partendo da seme .
Spero che la mia risposta sia stata attinente al tuo quesito . Per quanto riguarda i soldi e la vincita di premi io la vedo così :
Se sei un grande artista , con un materiale di poco valore riesci a far vedere "la tua mano" ma la pianta non verrà premiata ma verrà premiato il tuo lavoro. Se il materiale è favoloso e tu hai una buona tecnica ed una dose artistica sufficiente la pianta verrà premiata . Dalla prima pianta è stato tirato il massimo , dalla seconda il minimo
Massimiliano La Mattina- Moderatore
- Messaggi : 668
Località : Roma , Ostia Lido
Re: Uscire dalla disciplina
Grazie Massimiliano per la risposta che chiarisce abbastanza bene.
Shrek- Bonsaista Mame
- Messaggi : 32
Località : Cerveteri
Pagina 1 di 1
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28/6/2015, 10:55 Da andrea 55
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26/6/2015, 17:11 Da andrea 55
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